Nel percorso psicoterapeutico, il rapporto tra paziente e terapeuta è uno degli elementi più importanti. La terapeuta compassionevole non è soltanto una professionista qualificata, ma una figura che sa accogliere, comprendere e rispondere con empatia alla sofferenza del paziente.
Che cos’è la compassione in terapia?
La compassione non è pietà né semplice gentilezza. È la capacità di riconoscere la sofferenza, comprenderla profondamente e avere la motivazione attiva per alleviarla. Nella terapia, questo atteggiamento si traduce in:
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Ascolto autentico e privo di giudizio;
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Validazione delle emozioni del paziente;
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Presenza stabile e rassicurante.
Perché è così efficace?
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Attiva il sistema di calma del cervello (ormoni come ossitocina e serotonina);
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Aiuta il paziente a fidarsi e ad aprirsi;
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Modella una nuova relazione affettiva sicura;
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Riduce la vergogna e la paura di essere “sbagliati”.
Il ruolo della terapeuta compassionevole è centrale soprattutto nei percorsi di Compassion Focused Therapy, dove il terapeuta guida il paziente nell’apprendere strategie di autocompassione, fondamentali per uscire dai cicli disfunzionali dell’autocritica.